Oceano Atlantico: i fondali marini
Che l'Atlantico sia percorso da una lunga dorsale longitudinale sottomarina, è
un fatto. La catena è stata scoperta
per mezzo di numerosi scandagli: essa risulta formata essenzialmente da due
parti principali che si estendono, quasi simmetricamente, da polo a polo. La
catena montuosa settentrionale va dall'Islanda fino alle Azzorre, da qui
prosegue verso ovest, formando un grande arco; quella meridionale si estende
fino al 54° grado di latitudine sud. Della catena meridionale affiorano alla
superficie le isole vulcaniche di Ascensione, Tristan da Cunha e Gough, punti
minuscoli perduti nell'immensità dell'oceano. La catena in mezzo all'Atlantico
è quasi parallela alla costa dell' America da una parte, e alle coste
dell'Europa e dell'Africa dall'altra.
Ad accertare, per mezzo di scandagli, l'esistenza nell'Atlantico di queste
grandi catene montuose sottomarine è stata la spedizione del Meteor. Tra le
tante constatazioni sorprendenti, una merita di essere ricordata, ed è questa:
la dorsale sottomarina dell'Atlantico centrale costituisce un sistema montuoso
avente le stesse caratteristiche orografiche delle Alpi, ma di altezza doppia.
Con la scoperta delle catene, usciva un'altra scoperta: quella di profondi
bacini, separati l'uno dall'altro da rilievi trasversali. Particolarmente
ricco di questi bacini è l'Atlantico centrale. Famoso è il bacino, o fossa,
vicino a Portorico: 8525 metri di profondità; in prossimità di questo, nel
1942 ne è stato misurato un altro profondo 13 500 metri.
Sempre in tema di bacini, ricordiamo quelli dell'Atlantico meridionale: sul
lato est, il bacino di Capo Agulhas e quello dell'Angola, separati l'uno
dall'altro dalla cosiddetta «Dorsale della balena », entrambi conosciuti già
prima del 1890. Ancora nell'Atlantico meridionale, ma sul lato ovest: bacino
del Brasile, bacino dell'Argentina, tutti e due piatti e profondi, separati
dalla trasversale del Rio Grande, da cui affiorano le isole della Georgia del
Sud: Trinidad, Martin Vaz e il banco di Abrolhos.
Anche nell'Atlantico del Nord, la catena montuosa sottomarina è accompagnata,
su entrambi i lati, da bacini: si tratta di vaste superfici sotto i 5000
metri. Da questa profondità s'innalza un blocco montuoso lungo un centinaio di
chilometri che affiora con le isole Bermude. Sul lato est, da11'8° al 550
grado di latitudine settentrionale, si trovano altre profondità con margini
irregolari. Da queste emergono le isole Canarie e quelle del Capo Verde.
Sulla struttura geologica delle catene montuose e delle trasversali
sottomarine non sappiamo molto. Abbiamo conoscenze invece, sia pure
frammentarie, sulla natura e sull'estensione dei sedimenti che ricoprono
quella zona marina piatta, profonda dai 100 ai 200 metri, che corre dinanzi
alle coste; la cosiddetta piattaforma. Su questa zona, per la sua vicinanza
alla terraferma, sono molto diffusi i depositi dei corsi d'acqua che sboccano
nell'Oceano; in certi punti si trovano anche residui organici, specialmente
quelli dei crostacei. Il suolo dell'Atlantico, nei suoi punti più profondi,
risulta coperto per grandi estensioni da due tipi di sedimenti: l'argilla
rossa e il fango di globigerina (formato da conchiglie calcaree, da
foraminifere e da globigerine ).
Per non parlare degli spettacolari ca1ryons sottomarini. Il parere degli
studiosi di geologia marina è questo: correnti limacciose, precipitanti dai
dirupi sottomarini, avrebbero allargato e approfondito, naturalmente nel corso
dei millenni, alcuni antichi letti fluviali, trasformandoli appunto in
ca1ryons sottomarini: il Canyon Hudson, per esempio, prolungamento verso il
mare del fiume Hudson dopo il suo sbocco a New York. Questo catryon, tracciato
fino a più di 180 chilometri oltre la costa, ha una profondità di 3600 metri.
Il primato appartiene però al canyon Ameghino, allargo dell'Argentina, almeno
tra quelli che conosciamo; ma non è da escludere che ne esistano di più
profondi.
Per tornare alla mlt1ca Atlantide, sprofondata nell'Atlantico: avanzi fossili
pescati sul fondale oceanico rivelano la presenza di una vita antica molto al
di là delle attuali linee costiere. Già nel 1913 il geologo francese Pierre
Termier aveva fatto interessanti scoperte, che prelievi successivi
confermarono con ritrovamenti di fossili di animaletti in grado di vivere
soltanto sulla terraferma. Che i fondali di questo Oceano siano stati sede di
un'antica vita, lo dimostrano altre scoperte, come per esempio quella del
1864, con il reperimento di due fossili viventi. Nel 1870 fu trovato
nell'Atlantico settentrionale un riccio di mare, grande e rosso, fino allora
conosciuto soltanto sotto forma di fossile nelle scogliere calcaree di Dover,
formatesi probabilmente cento milioni di anni fa.
Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste, sui mammiferi marini.