Oceano Atlantico: il Mare dei Caraibi
Più a ovest, ecco il Mare dei Caraibi, con le sue formazioni madreporiche, con
il suo mondo sottomarino pieno di vita e di morte, .con i suoi polipi, con le
sue attinie, i suoi granchi, le sue stelle marine, i suoi molluschi, i suoi
squali, i suoi crepacci ... E con il ricordo dei suoi pirati. Nel mare dei
Caraibi, la vita è esuberante: lo è stata un tempo in superficie; lo è stata e
lo è tuttora sotto le acque. Con una superficie terrestre totale di 235 000
km. quadrati, le molte isole caraibiche o caribiche sono sparse su un'area
oceanica di 2 515 854 km. quadrati: si tratta di circa 7000 tra isole e
barriere madreporiche, in maggioranza sorte da remote attività vulcaniche. I
vulcani sono oggi per lo più estinti; ma è noto che nel 1902 l'eruzione del
Monte Pelée, nella Martinica, uccise 30 000 persone. Siamo in quella zona
dell'Oceano nota anche come mare delle Antille. Elenchiamo le principali di
queste isole, il cui ricordo è tinto da sinistre gesta piratesche: ecco
Trinidad con i suoi ibis rossi, gli uccelli più colorati del mondo; ecco
Portorico, con le sue grandi agavi gialle che chiazzano le colline semi-aride;
ecco Giamaica, con il suo todo, variopinto uccello piccolo e vivace (misura
circa 10 centimetri) caratteristico volatile delle Indie occidentali (altro
nome con cui si usa designare l'area dei Caraibi); ecco San Domingo con i suoi
pappagalli; ecco Cuba ed ecco Haiti con i loro insettivori muniti di saliva
tossica che uccide le prede: i famosi solenodonti, mammiferi somiglianti ad
animali che vivevano durante l'era dei rettili, e che ora stanno per
estinguersi.
Cuba era un tempo ricoperta di foreste e abitata da una straordinaria varietà
di animali: oggi le foreste sono in gran parte scomparse; al loro posto sono
sorte le fattorie. Sulle colline crescono ancora pochi alberi indigeni,
qualche pino e altri alberi importati; le coste sono orlate da molti tipi di
mangrovie; nei bassi mari litorali la vita è rimasta immutata; a Cuba vivono
ancora circa 30 specie di mammiferi, più di due terzi dei quali sono però
pipistrelli che superano senza difficoltà i bracci d'acqua tra un'isola e
l'altra.
Abbiamo ricordato l'eruzione del Monte Pelée, nella Martinica (Antille
francesi). Quando il Monte Pelée esplose, 1'8 maggio 1902, liberò un'enorme
nube di fango, ceneri e materiali solidi incandescenti in una massa infiammata
che scese lungo una valle a una velocità che si valutò a 300 chilometri
all'ora, distruggendo in pochi minuti ogni cosa sul suo cammino, compresa la
città di Saint-Pierre. Dei 30 000 abitanti, due soli sopravvissero: un
detenuto e il suo custode, che si trovavano nella prigione scavata nella
roccia. Ebbene, nonostante la spaventosa distruzione, la vita vegetale e
animale, e anche umana, riprese in pieno nel giro di pochi anni. Si dice-ma il
fatto non è provato - che il custode e il suo prigioniero siano cresciuti di
alcuni centimetri in altezza dopo l'esplosione; si parlò anche, in quella
circostanza, di radioattività.
Tutto si compì nel giro di pochi attimi anche a PortRoyal, il 7 giugno 1692,
quando un terremoto distrusse la «più ricca e più sciagurata città del mondo
», come era stata definita quella che l'opinione corrente considerava la
capitale della pirateria nel Mar dei Caraibi. Fort Charles, che la dominava e
la proteggeva dagli assalti navali, era il simbolo della supremazia marinara
dell'Inghilterra sul mondo; lo aveva fatto costruire il generale Sedgwick nel
1657, due anni dopo lo sbarco britannico e la conseguente occupazione
dell'isola di Giamaica, strappata all'egemonia spagnola nell'area centro-sud
americana, grazie all'attività dei pirati di Sua Maestà inglese. Chi non ha
sentito parlare dei «Fratelli della Costa»? Chi non ha sentito parlare
dell'isoletta della Tortuga, quartier generale dei predoni del mare? L'isola
si trova a poche miglia dalla costa nord-occidentale dell'attuale territorio
della Repubblica di Haiti. Chi non ha sentito parlare di Espanola? Siamo
nell'epoca d'oro della pirateria, tra il XVII e il XVIII secolo. «Niente
bottino, niente soldo»: questa la legge sottintesa prima dell'arruolamento.
Chi dobbiamo ricordare? Ecco Henry Morgan. Rapido flash sanguigno sull'uomo,
colto in un momento della sua vita, davanti a Panama da conquistare. «Signori
capitani, se noi prenderemo Panama, saremo ricchi da scoppiare e famosi in
tutto il mondo e nessuno potrà mai minacciare l'impiccarci ...
Anche la «civiltà» piratesca, come tutte le civiltà, ha lasciato sotto i mari
i suoi tesori: nessuno dei pescatori di Appledore, un'isola a dieci miglia da
Portsmouth, osa avvicinarsi al lido nelle notti di plenilunio: si dice che il
fantasma di Kidd, con ancora sul collo i lividi lasciati dal lIodo scorsoio
del boia, vaghi nella zona; sotto le acque sarebbe sepolto un tesoro
d'incalcolabile valore.
Pirateria anche lungo le coste più settentrionali: Terranova e dintorni. Qui
operava John Phillips, maestro ,l'ascia. Phillips, quando dovette far firmare
il contratto (l'ingaggio ai suoi uomini, non riuscendo a trovare la Bibbia,
tirò fuori la sua accetta e disse: «Giurate su questa; per me è più sacra
della Bibbia». Il terribile corsaro terminerà i suoi giorni massacrato dai
suoi stessi uomini; il suo corpo :;arà arso alle isole delle Foche. Si dice
però che la sua testa, Illessa in salamoia per mostrarla alle autorità,
continuasse a rispondere minacciosamente con gli occhi fissi allo "guardo dei
curiosi. .
Informazioni sul Mare Mediterraneo e sull' azione erosiva del mare sulle coste, sui mammiferi marini.